Per obesità si intende generalmente uno squilibrio tra apporto e consumo energetico: entrano nel corpo più calorie di quelle che poi il corpo stesso riesce a consumare.
Questo sbilanciamento tra le calorie assunte e quelle consumate comporta un accumulo di grasso in eccesso.
Per obesità casalinga il concetto si sposta dal cibo agli oggetti ma il concetto resta uguale: la casa diventa obesa se vi è uno squilibrio di oggetti che entrano continuamente in casa senza che oggetti, non più utilizzati o amati, escano.
Quando si esagera con il cibo, proprio perchè è delizioso e saporito, il corpo a lungo andare soffre e sviluppa malattie causate da eccesso o scarsa qualità degli alimenti.
Così esagerare nel circondarsi di oggetti belli, utili e preziosi crea problematiche di salute alla casa e quindi di riflesso a chi vi abita.
Superata una certa soglia di cibo (o di oggetti) per l’essere umano diventa estremamente difficile mantenere la lucidità su una situazione di cui ha perso il controllo.
Perché è così difficile lasciare andare gli oggetti?
Perché le cose non sono semplici oggetti ma, dal momento in cui ne entriamo in possesso, diventano una parte di noi.
Su questo concetto fa leva la società dei consumi: ci si sente realizzati possedendo ciò che che si desidera.
All’opposto, perdere una cosa che ci appartiene, ci fa provare una sofferenza pari a perdere qualcosa che fa parte di noi stessi.
Sicuramente è per questo che conserviamo tutto invece di liberarci delle cose vecchie quando ne acquistiamo di nuove.
Razionalmente è un comportamento che non ha senso, ma emotivamente si mettono in atto meccanismi di cui non siamo consapevoli.
Questo argomento sarà approfondito nei prossimi percorsi “La tua casa parla di te”, (visita la pagina con le prossime date) che organizzo a Monticello Conte Otto con l’associazione Life in Progress APS.
Se vuoi saperne di più scrivimi utilizzando il modulo: sarò felice di risponderti.